Se l’aggiudicazione è annullata, il contratto di appalto si risolve

A seguito dell’annullamento dell’aggiudicazione, da parte del Giudice Amministrativo, vi è automatica caducazione del contratto di appalto stipulato.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, Sez. I Civ., con ordinanza 23 febbraio 2018, n. 4456, affermando il principio di diritto in base al quale dall’annullamento
dell’aggiudicazione definitivamente pronunciato dal Giudice Amministrativo, non soltanto delibato in primo grado, sia pur con sentenza esecutiva, deriva la caducazione automatica del contratto successivamente stipulato, senza la necessità di ulteriori pronunce costitutive del suo cessato effetto o di atti di ritiro dell’Amministrazione.
Secondo la Suprema Corte, tale conseguenza deriva dalla “consecutio logico-sostanziale” (e funzionale) esistente tra i due atti.
La “controprova” di tale principio si trae osservando la procedura di ottemperanza per l’esecuzione di una sentenza di primo grado, non sospesa dal Consiglio di Stato, cioè, nella diversa prospettiva relativa all’esecuzione di un provvedimento giurisdizionale instabile.
Infatti, in tal caso, infatti, il giudice adìto deve procedere con prudente apprezzamento e deve dettare statuizioni che non possono spingersi fino a delineare un assetto definitivo ed immutabile degli interessi in gioco, tale da neutralizzare o rendere inutile la successiva pronuncia giurisdizionale e la sopravvenienza di un giudicato che, ribaltando la decisione, dovesse vedere soccombente il ricorrente già vittorioso (cfr. TAR Sardegna n. 966 del 2016; TAR Brescia n. 63 del 2013 in riferimento alle analoghe disposizioni di cui all’art. 112, comma 2, lett. b), e art. 114, comma 4, lett. c) C.P.A.).
Ne deriva quale necessario corollario che è vietato all’Amministrazione dare ulteriore seguito ai provvedimenti annullati con la sentenza esecutiva e neppure è consentito determinarsi in modo da compromettere definitivamente la ricostituzione della situazione quo ante.
Tanto, all’evidenza, è posto a tutela della parte vittoriosa rispetto agli effetti pregiudizievoli di una sentenza errata e riformata in grado superiore.

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